Calatafimi - Guida Turistica

CERCA ALBERGHI
Alberghi Calatafimi
Check-in
Check-out
Altra destinazione


.: DA VEDERE
 La Chiesa Madre e' intitolata a San Silvestro ed e' stata edificata nel XII secolo e successivamente ampliata. Essa si presenta con una struttura interna suddivisa in tre navate. Al suo interno sono preservate delle opere d'arte a tema sacro tra le quali spicca un polittico marmoreo raffigurante la Madonna col Bambino tra vari Santi; tale opera e' completata da vari bassorilievi raffiguranti scene della Passione e della Resurrezione.
 La Chiesa dedicata a San Michele va ricordata per la cinquecentesca acquasantiera e per il quattrocentesco Crocifisso ligneo.
 La Chiesa dedicata a Santa Caterina si presenta con una pianta ellittica e con una sola navata. Al suo interno sono custodite varie opere d'arte come il trittico dedicato alla "Madonna e Santi".
 La Chiesa dedicata al Santissimo Crocifisso si fa notare per gli affreschi e gli stucchi realizzati da A. Mercurio e D. Norrito.
 Anche l'aspetto religioso e folcloristico della citta' merita una menzione.
 Ogni cinque anni, nei primi giorni del mese di maggio, ricorre la processione dedicata al Santissimo Crocifisso, manifestazione religiosa che affonda le sue radici nel lontano 1728. In quell'epoca le maestranze cittadine disobbedirono all'ordine del vicere' Caracciolo di rinunciare all'uso personale delle armi organizzandosi in confraternite ed associazioni che, ottenendo la protezione della chiesa, permisero loro di continuare a mantenere le proprie abitudini.
 Ancora oggi, in onore della festa del santissimo Crocifisso, la Maestranza sfila con un costume molto elegante e con il fucile alle spalle. La processione prevede anche la partecipazione dei rappresentanti dei vari ceti sociali, come i Cavalieri ed i Massari. Ulteriore arricchimento della processione e' data dalla presenza di svariati carri dove si puo' ammirare la rappresentazione di eventi biblici e della vita quotidiana. La festa ha il merito di evidenziare i frutti del lavoro agricolo effettuato durante l'anno, frutti simboleggiati splendidamente dal pane.
La località di Pianto Romano
 Percorrendo la strada statale 113 che da Trapani conduce a Calatafimi si giunge ad un bivio che porta al colle detto Pianto Romano.
 In cima ad esso si erge il Monumento Ossario eretto nel 1892 in memoria dei caduti garibaldini durante la guerra contro i Borboni, su progetto di Ernesto Basile (1857-1932).
 Osservando dall'alto del colle la pianura sottostante non si può fare a meno di ammirare ancora oggi il coraggio che animava i garibaldini e che li portò d'impeto sino in cima avendo affrontato, su terreno scoperto, le continue scariche di fucileria e mitraglia dei Borboni.
 È qui che Garibaldi, rivoltosi al generale Nino Bixio che consigliava di ripiegare pronunziò la celebre frase "Bixio, qui si fa l'Italia o si muore!".
Segesta
 Seguendo le tracce degli Elimi, antichissimo popolo misto di indigeni sicani e di stranieri immigrati probabilmente di origine anatolica, lungo il pendio del monte che ospita Erice, l'altra città sacra degli Elimi, si arriva a Segesta.
 A pochi chilometri da Calatafimi, accolta da morbide colline, Segesta offre al mondo intero due splendide opere: il Tempio e il Teatro.
 Il Tempio dorico-siculo si erge su un piccolo colle dal quale domina la circostante vallata.
 L'interno, a cielo aperto, manca della cella facendo pensare agli studiosi che si tratti di un altare all'aperto arricchito da strutture doriche in modo da farlo sembrare un tempio.
 Quel che è certo sono le sue splendide forme che, come detto da qualcuno, "gareggiano col Partenone nella sottigliezza delle loro raffinatezze".
 Dall'estremità orientale del Monte Barbaro si mostra sulla valle segestana il Teatro greco. La sua costruzione risale alla seconda metà del II secolo a.C., e fu rimaneggiato dai romani in epoca successiva.
 È sicuramente una perla architettonica, scavata nella roccia, con circa venti gradinate divise in sette cunei, dotata probabilmente di un passaggio sotterrraneo dal quale gli attori sbucavano sulla scena sorprendendo gli spettatori.
 Il superbo scenario naturale del parco archeologico di Segesta è completato da un grande Santuario, del IV-V secolo a.C., dalla forma rettangolare e all'interno del quale si possono ammirare le rovine di un tempio dorico.